Il volume, alla sua sesta edizione, è diviso, come da abitudine, in tre sezioni: documenti, attività e tesi.
Nella prima sono raccolti i lavori di ricerca e comparazione svolti su documenti appartenenti alle collezioni al Centro o che rientrano nella sua sfera di ricerca. Si tratta per lo più di reperti cartacei che vanno all’incirca da fine Settecento ai primi decenni del secolo scorso, materiale promozionale di vario tipo (locandine, manifesti, volantini) ma anche lettere private o commerciali, richieste di autorizzazione, etc. Dalla loro analisi scaturisce un lavoro di riflessione spesso integrato da ricerche emerografiche o bibliografiche alla ricerca di articoli di giornali o di saggi contenuti in altri repertori bibliografici. Queste schede, permettono in senso letterale di riscrivere la storia del circo. Infatti spesso i documenti che vengono acquisiti dal CEDAC illuminano di una luce nuova delle teorie storiografiche che si credevano solide permettendo di meglio ricostruire degli spaccati di vita circense (o paracircense) dei tempi che furono. Questo lavoro di ricerca predilige avere un vertice in area italocentrica, in modo tale da poter ricostruire gli alberi genealogici di antiche dinastie ora scomparse o di ritrovare le vere radici di famiglie magari tuttora esistenti. Molto interessante anche l’aspetto legato alle dinamiche produttive e di fruizione che rivela aspetti davvero poco conosciuti in quanto all’operatività delle antiche compagnie equestri, acrobatiche o circensi e il loro successo presso il pubblico, quasi sempre in grado di generare una buon numero di articoli di giornale, critiche accurate che dimostrano una volta di più come le arti dello spettacolo popolare abbiano goduto in passato di molta attenzione anche da parte dei mass media di allora.
Tra le schede di questa edizione quelle dedicate ai Fiochi, ai Diana, ai Coppini (danzatori sulla corda), ai Fassio, ai Bono, ai Guerra, ai Simili e ai Truzzi. In alcuni casi le schede sono dedicate ad artisti o accadimenti stranieri non solo perché interessanti comunque, ma anche per permettere dei paragoni con le attività italiane della stessa epoca.
Per quanto riguarda la sezione “Attività”, c’è da dire che il Centro è ormai diventato un punto di riferimento quasi ineludibile per quanti vogliano realizzare attività in area circense. In questa sezione ci sono almeno due filoni di ricerca distinti ma paralleli. Ci sono quelle che rientrano in progetti di ampio respiro che sono spesso ideati dal CEDAC stesso ed altre invece estemporanee che si realizzano su richiesta per dei progetti specifici magari di persone od operatori che poco sanno del settore circense. Fra quelle con respiro progettuale ci sono le collaborazioni, sempre più intense e con carattere di continuità con importanti istituzioni culturali. Per esempio una continua interfaccia con varie università italiane, come quella degli studi di Milano, dove grazie al progetto Open Circus di Circo e dintorni, ogni anno il CEDAC partecipa alle Giornate di studio sull’arte circense con interventi preziosi. O con la Federation Mondial du Cirque nell’ambito del World Circus Day, in occasione del quale il Centro organizza ogni anno interessanti appuntamenti. O i continui scambi di visite e di know how con scuole (come la Flic di Torino o la Vertigo di Grugliasco). Ma, come detto, ci sono anche progetti più estemporanei come la realizzazione di mostre specifiche (Moira Orfei, Blacaman il Fachiro di Castrovillari, l’arte euqestre) o la partecipazione a importanti convegni internazionali come il Forum della Cultura di San Pietroburgo.
C’è poi la sezione “Tesi” che raccoglie gli estratti dei lavori accademici più interessanti realizzati negli ultimi 24 mesi. Se la maggior parte degli elaborati continua a provenire da studenti dell’Università degli studi di Milano, è pur vero che l’interesse verso queste materie è in continuo aumento in pressoché tutti gli atenei italiani. E nella maggioranza dei casi in cui i candidati decidono di realizzare la tesi di laurea in materie circensi usufruiscono delle raccolte e dei servizi del Centro. Come sempre le tesi vertono su argomenti molto differenti tra loro. Da una parte pure ricerche storiografiche come quella sulla Belle Époque o sull’ Anfiteatro Flavio. Da un'altra analisi di nuove forme di spettacoli come il Teatro Stalla che prevede una nuova forma di collaborazione fra uomini e animali, o di circo “sociale” come le attività dei clown dottori. E ancora biografie di importanti storici del passato come Massimo Alberini e Alessandro Cervellati. Ma anche casi assai attuali di comunicazione e promozione web delle imprese circensi, di nuovi modi di trattare le arti di strada da parte delle amministrazioni comunali, e così via.
Il lavoro, coordinato come di abitudine da Antonio Giarola e Alessandro Serena, gode della collaborazione di Arianna Pianesi e Ester Bonfante in quanto alla raccolta di materiale, analisi e redazione.
Si tratta di un volume che nel raccontare l’attività del CEDAC racconta in effetti il passato e il presente della storia del circo, in continua evoluzione, ponendo le basi per il suo futuro.