CONTAMINAZIONI E INTERSEZIONI. TRA CIRCO E TEATRO NEL NOVECENTO


TESI DI VECCHI MARTA


La tesi di Marta Vecchi intende far riflettere sulla contaminazione dei generi spettacolari (circo e  teatro in primis). Dopo una panoramica storica che ha visto protagoniste le discipline performative dall’antica Roma al Medioevo, dall’epoca barocca dei cosiddetti teatri des foirains e loro contaminazione con la Commedia dell’Arte, alla nascita del circo di Astley e Franconi sul finire del Settecento per arrivare alla Russia di Ciniselli e Truzzi, di Ejzenštein, Mejerchol’d e Stanislavskij l’attenzione di Marta si condensa nell’analisi della spettacolarità nel secondo dopoguerra. E’ a questo punto che vengono presi in esame i gruppi che vogliono commissionare varie forme d’arte come contestazione ad un sistema “ingessato”, al quale, per contro, si pone il Theatre du Soleil di Ariane Mnouchkine. Negli anni Sessanta interessanti modelli teatrali avanzano i primi passi con gruppi alternativi spettacolari, quali quelli diretti da Jerome Savary nei quali la chiave di lettura è il contrasto tra l’uomo e la spontaneità fisica del circo. E’ in un simile contesto di métissage, nel quale gli attori di circo e quelli di teatro dialogano sullo stesso palcoscenico e si esprimono sulla stessa pista, che si sviluppano anche le scuole di formazione, prima tra tutte l’Académie Fratellini e La scuola Nazionale delle arti del circo. E’ grazie al connubio di queste due verità (scuola e contaminazione dei generi spettacolari) che si viene delineando sempre più nitidamente la seconda fase della vita del circo: il nouveau cirque. Quest’ultimo e la sua drammaturgia ispirata alla danza contemporanea e al teatro ad un tempo, espresse in chiave circense, intesa in tutte le sfumature artistiche che la pista più classica propone danno vita ad un autentico fenomeno spettacolare noto anche come circo contemporaneo. Di esso ne troviamo ampia espressione oltre che in Francia (sua terra d’origine) anche in Italia al Festival Internazionale del Circo di Brescia e, prima ancora, alla Biennale di Venezia, dove la novità del genere prende forma nello spettacolo di Marcello Chiarenza Ombra di Luna, prodotto da Pantakin da Venezia.

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