LA FESTA DEL CIRCO DI BRESCIA. NASCITA, SUCCESSO E FINE
TESI DI MAINETTI EMMA
La tesi di Laurea Magistrale di Emma Mainetti si propone di analizzare la Festa del Circo contemporaneo di Brescia dalla nascita alla chiusura avvenuta del 2008. Il festival, nato nel 2000 da un’idea di Gigi Cristoforetti e dell’allora Sindaco Paolo Corsini, rappresenta, a tutti gli effetti, l’evento che ha fatto conoscere il nuovo circo in Italia. Un’intera città investita, per due settimane, per 9 anni consecutivi, nei chiostri, nei cortili, nei teatri, nelle piazze, di artisti di circo contemporaneo, a metà strada tra gli attori teatrali, i ballerini, i mimi, i circensi di ogni disciplina eppure, nessuno di essi vicino alla classicità. Più di 80 le compagnie ospitate, oltre 250 le repliche eseguite per un totale di 150.000 spettatori presenti sul territorio. Gli artisti più e meno noti del panorama contemporaneo mondiale, hanno trovato, negli anni, una loro precisa location nella città di Brescia. L’elenco sarebbe troppo lungo, ma basti citare gli spettacoli di fine anno del CNAC, la Tribù Iota di Francesca Lattuada, gli spettacoli di Philippe Decouflè, le contaminazioni tra danza e circo proposte da Mathurin Bolze a le rivisitazioni artistiche della giocoleria classica di Jerome Thomas. Un Festival, quello di Brescia, che ha saputo crescere negli anni, migliorandosi ad ogni edizione, sotto tutti i profili. Sono questi ultimi che Emma ha ritenuto opportuno passare in rassegna in modo dettagliato, nei suoi nove capitoli, per dare voce ad un qualcosa che ha dato spessore culturale ad una città, ma ingiustamente giunto al termine. Ecco allora, l’analisi dei cartelloni, dei programmi di sala, dei singoli spettacoli presenti e la loro attinenza con la tematizzazione annua della Festa. I finanziamenti pubblici e privati. La scelta dei luoghi sede dell’evento, le risorse umane in gioco per dare vita ad un festival che ha saputo riempire le pagine dei quotidiani non solo locali, facendo entrare in gioco anche i numerosi ospiti parte di questa brillante vetrina sulla quale si sono spenti i riflettori. Ciò che resta, come dice Emma “è la storia di una fase, quella della Festa di Brescia che, come la forma spettacolare a cui è dedicata, non smette di rinnovarsi e ripensarsi, nutrendosi della stessa energia innovatrice alla quale, da anni, dà voce”.