LO SPAZIO, LA STORIA, LA CULTURA: IL TEATRO DAL VERME

 

TESI DI MAESTRI FEDERICA

 

Camminando nell’odierna Milano, lungo via Foro Buonaparte, appena prima di arrivare in Largo Cairoli, ci si accorgerà di un edificio bianco e rosa, che appare inaspettatamente fra le chiome degli alberi. È il Teatro Dal Verme. Pensato come un teatro diurno, nel corso degli anni, dal 1872 al 1943,  propose  diversi tipi di spettacoli, garantendo al suo variegato pubblico intrattenimenti per tutti i gusti. Dal circo alla lirica, dai balli alla boxe, il Dal Verme seppe interpretare al meglio i gusti dei milanesi, rimanendo fedele a lungo all'idea di politeama cara al primo proprietario dell'area, l'artista equestre e imprenditore Gaetano Ciniselli, che fece di uno spiazzo erboso senza attrattive un luogo di ritrovo, seppure turbolento, per la borghesia. Sventrato durante la seconda guerra mondiale da una bomba, fu ricostruito e lasciato a se stesso come cinema sempre più trascurato e periferico. La rinascita del Dal Verme come teatro polifunzionale, risale al 2001, grazie ad una rinnovata attenzione per le potenzialità offerte dallo spazio del teatro. Un periodo in particolare è stato estremamente importante nella storia del Dal Verme. La sera del 27 aprile 1907 al Dal Verme va in scena la prima italiana de La vedova allegra, brillante operetta viennese di Franz Lehar, con Emma Vecla come protagonista. Si è perciò voluto dedicare un capitolo alla figura di Emma Vecla, che dopo la serata trionfale di quell'aprile 1907, ebbe una fulgida, se pur breve, carriera artistica.

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