VEDERE È CREDEDERE. LA CIVILTÁ CIRCENSE MILANESE (1814-1859)
TESI DI CAVALERI AGNESE
Una fotografia sulla proposta spettacolare itinerante a Milano è l’oggetto della tesi di Laurea di Agnese Cavaleri. Un periodo d’analisi delicato a fare da sottofondo al tutto, quello compreso
tra il 1814 e il 1859. Un arco temporale storico che permette di individuare il panorama spettacolare citato in un’epoca caratterizzata dalla grande stabilità economica derivante dall’occupazione
austriaca e da un conseguente sviluppo teatrale, di strada e circense omogeneo e considerevole, sia da un punto di vista legislativo che evolutivo e performativo.
L’elaborato è strutturato in diverse sezioni, ciascuna delle quali è volta ad analizzare lo spettacolo itinerante nell’area milanese, nel periodo considerato, suddiviso per specialità. Ecco,
allora, che la capitale meneghina ha potuto conoscere i grandi nomi del circo internazionale che frequentavano il teatro: dagli equestri De Bach, Guerra, Lagoutte, Ducrow, Soullier, Guillaume e
Ciniselli agli acrobati più illustri, come Madame Lalanne e Madame Saqui, la Compagnia acrobatica di Carlos Price e gli italianissimi Chiarini.
La proposta spettacolare affianca, alle performance più tradizionali, localizzate tra teatri illustri e piazze cittadine, le stranezze umane che fanno notizia proprio perché dotate di una
riconoscibile unicità. Sono i freak: nani, giganti, donne barbute o semplicemente provenienti da continenti lontani, gemelli siamesi, umani senza braccia, fenomeni animali particolarmente
intelligenti. Rientrano nella categoria anche i serragli, gli spettacoli ottici, come diorami, cosmorami, panorami, le lanterne magiche, le ombre cinesi, i teatri meccanici e i musei delle cere
ambulanti. Uno studio dettagliato, cesellato nella storia di una città grazie alla riscoperta della stampa d’epoca. Decine di documenti provenienti dagli archivi a illustrare una proposta di
intrattenimento assai variegata che permette al pubblico di vivere in modo più o meno partecipe la magia dell’espressione artistica al più alto livello. Ai posteri l’ardua sentenza in merito ad
un universo intero nel quale anche l’impossibile diventa possibile, l’infinito diventa finito e, come asserisce Agnese, il Vedere diventa Credere.