FELLINI E IL CIRCO. ANALISI DI UNA PASSIONE


TESI DI BARBIERI ROBERTO


La tesi Fellini e il circo. Analisi di una passione di Roberto Barbieri, cerca di approfondire il forte legame del grande Maestro con il mondo del circo. Il punto di partenza della tesi è la notoria ammirazione del regista riminese per lo spettacolo circense e per i suoi artisti.

Dopo una premessa sul mondo circense nel periodo dell'infanzia di Fellini, che corrisponde al ventennio fascista, la tesi entra nel vivo trattando del primo incontro del Maestro con il mondo del circo e con i clown, avvenuto all'età di circa sette anni. L'arrivo nella sua città natale, Rimini, di un piccolo tendone itinerante, lo sconvolge e lo meraviglia a tal punto, da spingerlo a tentare una fuga con la sua compagnia di artisti. Segue l'analisi della particolare visione felliniana del mondo che trasforma tutto quello che circonda il Maestro in un immenso chapiteau e le persone in circensi, a causa dell'ammirazione e immersione totale nelle sue atmosfere. La tesi prosegue, poi, passando in rassegna l'intera filmografia felliniana alla ricerca di particolari scene o riferimenti al mondo del circo e a quello affine del varietà; qui si dimostra come questo tipo di spettacolo influenzi tutta la sua opera. In seguito si analizzano in maniera approfondita i tre film in cui lo spettacolo circense, o il varietà, costituisce il soggetto o, quantomeno, lo sfondo su cui si sviluppano le vicende narrate. I film in questione sono: Luci del varietà, (1950), La strada (1954) e I clowns (1970). Nella tesi si parla, poi, dell'abilità di Fellini nel disegno di caricature, che rappresenta la prima forma d'arte del Maestro e che divenuta fondamentale per la creazione dei personaggi clowneschi dei suoi film. Segue un'analisi del rapporto di Fellini con il popolo circense: dall'iniziale stima e affetto reciproco, alle polemiche causate da I clowns, alla riappacificazione finale. 

La tesi si conclude ribadendo come l'intera vita e opere del Maestro siano impregnate di un forte legame con il mondo del circo; di esso ama soprattutto i clown perché sono il simbolo della drammaticità dello stesso e rappresentano caricature mostruose, parodie dell'umanità. Nella conclusione si cerca anche di chiarire definitivamente la posizione di Fellini riguardo la presunta decadenza del circo e la relativa morte dei clown.

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