In ordine nelle foto: Massimo Alberini con la vedova Rastelli per l'anniversario della morte di Darix Togni al Circo Nando Orfei (MEDA-Busta 549), al Raduno CADEC al Circo Nando Orfei (MEDA-Busta 717), ed infine ai funerali di Darix Togni (Schedario CEDAC).
Massimo Alberini, è stato un ragioniere con un futuro che sembrava già segnato nel mondo bancario. Quando ogni cosa nella sua vita sembrava decisa, il pastificio Agnesi gli propose il ruolo di addetto alle relazioni pubbliche, ruolo che accettò. Fondatore del primo cineclub italiano, del quale curò la parte degli allora programmi di sala, descrizioni dei film, da lui firmate. Un’iniziativa, questa, riconosciuta e molto apprezzata dal Corriere della Sera. Da quel momento (siamo nella seconda metà degli anni Trenta), Alberini inizia la sua storia nel giornalismo scrivendo per il mensile del quotidiano milanese Lettura e Omnibus. Il trasferimento, in quegli anni, a Oneglia, come vicino di casa di Grock, fa nascere in Alberini la passione profonda per il Circo con la C maiuscola e un’amicizia senza tempo con il celebre clown svizzero. Dopo i trascorsi bellici, che lo videro operativo a Creta e successivamente ostaggio dei tedeschi, Alberini incontrò un personaggio che segnò la sua vita da altra profonda amicizia: Orio Vergani, che, lo invita a far parte, nel 1953, dei fondatori dell’Accademia della Cucina Italiana (della quale diverrà vicepresidente). Il mondo del circo e quello della cucina continuano ad intrecciare le loro strade nella vita di Massimo Alberini e lo fanno presentandogli figure che con lui avevano delle mirabili affinità. Tra queste doverosa è la menzione di Alessandro Cervellati, che, accanto a “zio” Bassano e a Rivarola, costituisce quell’universo critico, a volte severo, ma preziosamente Amico della pista di sempre. Nel 1950 inizia la collaborazione, durata cinquant’anni, con il quotidiano di Via Solferino. I suoi articoli corrispondono alle sue più accese passioni: collezionismo, gastronomia (nella sua vita pubblicherà 36 libri di cucina) e… circo! Tra i fondatori, assieme a Tristan Rémy, dell’Union des Historiens du Cirque, è critico eccelso della pista di sempre, inviato d’onore del Corriere al Festival di Montecarlo fino al 1997. Parte integrante e attiva dei vari Trofei, da quello in onore di Grock a quello dedicato alla giocoleria in memoria di Enrico Rastelli. E’ stata una delle penne più sincere, colte, perfette padrone dell’universo circense, che sapeva riportare sulla carta, sempre, con lucida e perfetta armonia. Di lui oggi si dice che quando il pubblico leggeva un articolo di Alberini, leggeva la storia del circo. Lui, un fermo elegante, anche nello scrivere, cittadino perfetto del mondo dei viaggianti.
Il Fondo Massimo Alberini è costituito da circa 400 monografie italiane ed estere, programmi, fotografie; manifesti; editti; locandine; quadri; articoli di giornale; cartoline (suddivise tra cartoline commemorative, molte delle quali autografate, e viaggiate con richieste di piazza); innumerevoli grafiche (prevalentemente ottocentesche) suddivise tra ritratti, disegni, incisioni e stampe; oggettistica con tema circense; e una quarantina di ex-libris.